Nella cultura del sud Italia vi è una simpatica leggenda legata alla storia di “gnomi” o presunti tali, tanto ricchi quanto dispettosi. A Brindisi lo chiamano “Scarcagnulu”, “ Capiddhuzzu” nel Salento, Munacciello a Napoli, Scazzamurill nel foggiano. In Abruzzo è “Lu Mazzemarill”.
All’apparenza dalla statura, potrebbe sembrare un bambino, di circa 3 anni, lu mazzemarill, ma è brutto, peloso, sempre scalzo con un grande cappello a punta in testa. Non badate alle sue dimensioni, si dice sia dotato di una forza sovrumana, oltre ad essere molto pesante. È un essere notturno, è difficilmente si mostra all’uomo. La sua passione più grande è quella di disturbare il sonno alle persone: senza che sia notato riesce ad intrufolarsi nelle abitazioni, aspetta che la persona cada nel “primo sonno”, e velocemente gli salta addosso, bloccando ogni arto del suo corpo e soprattutto il respiro. Per evitare questo “disturbo” occorre lasciare al Mazzemarill delle pantofole in pegno, o dei sassolini. È un folletto ( se così possiamo chiamarlo), molto dispettoso. Spesso per il solo fine di fare baccano lascia cadere le stoviglie in cucina solamente per spaventare gli abitanti della casa; altre volte è capace di rompere addirittura finestre. I suoi dispetti non si limitano alle persone, ma anche agli animali domestici: spesso ruba loro il cibo.
La leggenda vuole che li Mazzemarill siano ricchissimi custodi di tesori antichi. Solamente rubandogli il vistosissimo cappello a punta, potranno svelare e confessare dove nascondono i loro segretissimi tesori. Ma mai fidarsi di queste creature, sono capaci di tutto pur di non rendere felice l’uomo.
Quella del diabolico folletto Mazzemarill è una leggenda molto conosciuta sul litorale della regione, poco nota invece nell’entroterra. Addirittura a Città Sant’Angelo ( Pe), in estate, durante la famosa sagra “ dall’etna al gran sasso”, al Mazzemarill viene dedicata un intera notte di festeggiamenti.
Senz’altro è una storia, utilizzata dalle vecchie generazioni per intimorire i più piccoli, o semplicemente per “giustificare” in modo fiabesco, quelle che non sono altro che disturbi del sonno come le “apnee notturne”.
Ma noi crediamo nelle leggende e l’Abruzzo è anche questo: quello dei dispettosissimi Mazzemarill.