Lo stramonio, l’erba del diavolo

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Lo stramonio, l’erba del diavolo

Datura stramonium

Lo stramonio è un erba selvatica, altamente velenosa, conosciuta volgarmente come “ erba del diavolo”.  Diffusissima nel sud America, veniva utilizzata dagli antichi aztechi per i rituali sciamani, è stata importata in Europa, probabilmente, a seguito della scoperta del nuovo mondo. Il clima ha favorito il suo sviluppo, ed oggi la troviamo in tutt’Italia, compreso l’Abruzzo.

Lo stramonio è una pianta che appartiene alla famiglia delle solanacee, ed è  altamente velenosa a causa dell’elevata concentrazione di potenti alcaloidi, fiorisce proprio tra ottobre e novembre.

Ma perché questa pianta viene chiamata “jerva del diablo”? quale ruolo ha avuto nel medioevo?

Lo stramonio nonostante non è classificata “droga”, è in grado di distorcere la percezioni psichiche di chi lo assume, ma non solo: agisce direttamente sul sistema nervoso, fino a provocare la paralisi dell’apparato respiratorio, portando alla morte il suo consumatore.

In epoca medioevale, questa veniva utilizzata nelle pratiche di stregoneria, con la capacità di mutare la percezione della realtà delle presunte streghe e dei loro adepti. Si pensa infatti che grazie al consumo di questa pianta, le streghe, potessero avere la percezione di volare. Per questo viene definita “l’erba del diavolo”.

La realtà è che si tratta semplicemente di una pianta altamente tossica, presente anche nelle campagne abruzzesi, a cui bisogna prestare molta attenzione. È cronaca di qualche hanno fa, quella che ha visto una famiglia di Celano rimanere intossicati, dopo aver consumato la pianta del diavolo, convinti si trattasse di “spinaci selvatici”.