Incetta di premi per la Compagnia Teatrale Atriana

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Incetta di premi per la Compagnia Teatrale Atriana

Incetta di premi e riconoscimenti per la Compagnia Teatrale Atriana, domenica 24 aprile.

Partiamo da Lanciano, dove si è concluso il Festival del Teatro dialettale – premio La Maschera D’oro – Città di Lanciano , giunto alla sedicesima edizione. In gara vi erano 7 compagnie provenienti da tutt’Italia, ma ad aggiudicarsi il premio più ambito è stata la Compagnia Atriana, alla quale è stata consegnata la “ Maschera D’oro”.

Ma le soddisfazioni per la compagnia diretta da Giancarlo Verdecchia non sono terminate. Sempre domenica 24 marzo, si è conclusa la prima rassegna teatrale regionale F.I.T.A. Teramo. Incetta di premi per  gli atriani: Migliore Compagnia, migliore Regia ( Giancarlo Verdecchia), Miglior attore protagonista ( Giancarlo Verdecchia), Miglior attrice caratteristica ( Isolina Costantini), miglior attore non protagonista ( Dante Fortuna), miglior allestimento scenografico.

Successi raggiunti grazie allo spettacolo  “Tu che li trunche, je che la paje, foche fì… foche facce…”, scritto e diretto da Giancarlo Verdecchia.

La storia è ambientata in una casa di media borghesia, dove vive la famiglia Dacorpo, lui impiegato di banca con una lunga carriera da dirigente alle spalle, la moglie, dalle vedute molto ampie con un carattere battagliero. Con loro vivono i due figli Nicola e Stefania, lui alquanto sempliciotto, lei una ragazza a modo ma entrambi vittime, insieme a tutta la famiglia dei comportamenti da megalomane della madre. Convivono anche il nonno Gabriele, il padre Renato e nonna Fiorella madre di Marcella, i quali, vedovi dei rispettivi coniugi, hanno deciso di andare a vivere con i loro figli. Della famiglia fa parte anche Adelina domestica di casa assunta da Marcella non per sopperire al gravoso lavoro familiare ma per dare un tocco di classe alla famiglia ed ostentare, nei confronti della gente un loro finto benessere, in particolare nei confronti della Sig. Desiderio, moglie di un collega di suo marito Renato, il quale pur essendo un suo sottoposto, conduce insieme alla moglie un tenore di vita più alto delle loro possibilità. E’ una commedia basata sul concetto, ultimamente molto comune, dell’apparire e non dell’essere, dove si susseguono colpi di scena, scene imbarazzanti, situazioni particolari che rendono uno spirito brioso alla storia, senza mai tralasciare nel contenuto una morale che fa da padrone.