Fu consacrato a S. Antonio soltanto nel medioevo, ma già in età classica era considerato un Locus, ovvero una foresta sacra dedicata a Giove. Stiamo parlando del Bosco di Sant’Antonio, a Pescocostanzo, tra il Monte Rotella e il Monte Pizzalto.
Un posto magico e incantato che si estende per 550 ettari completamente sottratta al taglio degli alberi. Qui troviamo alberi di dimensioni monumentali, come faggi, querce, ma anche acero, pero selvatico e il raro pero cordato. Ricca è anche la fauna presente nella foresta: si passa dalle diverse specie di picchio ( dorso bianco e dalmatino), ai lupi, orsi e gatti selvatici.
Seguendo il sentiero all’interno del bosco, è possibile raggiungere l’eremo di Sant’Antonio, eretto nel 1.300, dove all’interno è custodita una statua del santo dello stesso periodo.
Il bosco, con le sue querce secolari, e i suoi imponenti faggi, riesce a trasmettere emozioni uniche e sempre diverse, a seconda della stagione in cui lo si visita. Una meta, indispensabile se si vuole conoscere l’Abruzzo nel suo più profondo.