La Resistenza in Abruzzo: la Brigata Majella

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La Resistenza in Abruzzo: la Brigata Majella

Non si può parlare di liberazione in Abruzzo senza imbattersi nel racconto del “ Gruppo Patrioti della Maiella”, meglio noti come “ Brigata Majella”, la compagine partigiana con il più lungo ciclo operativo: quasi venti mesi ininterrotti di combattimento, dall’Abruzzo all’Emilia Romagna.

Formazione della resistenza insignita di 1 medaglia d’oro, 1 encomio solenne, 16 medaglie d’argento, 45 di bronzo, 145 croci di guerra; la bandiera della brigata fu infine decorata di Medaglia D’oro al Valor Militare.

Tutto ebbe inizio nel settembre del 1943, quando la radio e la stampa annunciarono la firma dell’armistizio con le truppe alleate. L’Abruzzo all’epoca era letteralmente diviso dalla linea difensiva denominata Gustav, fortemente voluta da Hitler in persona. Tale linea partiva a sud di Ortona e tagliava dritto verso i monti, fino a Cassino. Il suo compito era quello di evitare che gli alleati ( che nel frattempo avevano conquistato Termoli), potessero raggiungere Pescara, e quindi Roma, attraverso la via Tiburtina Valeria.

Ovviamente l’atteggiamento dell’esercito tedesco, nei confronti delle popolazioni locali, firmato l’armistizio, divenne duro e violento: applicarono in pratica la strategia della terra bruciata, i comuni a ridosso della linea Gustav furono sistematicamente rasi al suolo. Lanciano e Ortona furono completamente sfollate e i loro abitanti costretti alle peggiori angherie.

In questa situazione totalmente caotica, iniziarono a formarsi le prime compagini partigiane. Gruppi isolati, che si ribellavano ai soprusi nazi-fascisti, che gli stessi chiamavano Bandit, banditi, semplicemente perché messi al bando dalle numerose ordinanze emesse.

I gruppi partigiani erano armati alla meno peggio, con fucili o mitraglie rubate, ma forti conoscitori del territorio, riuscivano a trovare riparo tra i boschi del monte “madre”: la Majella.

Tra i diversi gruppi, a distinguersi maggiormente fu quello capitanato dall’avvocato Ettore Troilo e da Domenico Troilo ( nonostante portassero lo stesso cognome non vi era nessun grado di parentela tra i due), che prendeva appunto il nome di “Brigata Majella”. Il gruppo già nell’ottobre del 1943 si rese protagonista di numerose rivolte, come quella di Lanciano, avviata il 5 ottobre e conclusasi con un vero bagno di sangue.

La svolta si ebbe il 5 dicembre del 1943, quando a seguito della liberazione di Casoli, per mano degli Alleati, Ettore Troilo partì da Torricella Peligna, per prendere contatto con il comando inglese, e proporsi combattenti al loro fianco, per la liberazione dell’Italia. Gli alleati però non presero in considerazione questa possibilità sin da subito, non ritenendo i partigiani idonei al fronte. Cambiarono decisamente idea però dal gennaio del 1944, a seguito della liberazione di Ortona, sempre per mano alleata. A gennaio vi  fu un incontro tra il Maggiore Wigram ed Ettore Troilo e finalmente venne concesso ai primi combattenti della Maiella la possibilità di combattere sotto il comando Alleato.

Insieme le forze inglesi e quelle della Majella liberarono nei primi mesi del ’44: Pizzoferrato, Quadri, Torricella Peligna e Lama dei Peligni. Visto i grandi successi ottenuti in battaglia, e soprattutto in difesa dei paesi, nel febbraio del 1944, il Capo di Stato Maggiore, Giovanni Messe, riconobbe come forza armata la Brigata e gli diete il nome di Banda Patrioti della Maiella. Grazie a questo riconoscimento il gruppo partigiano crebbe maggiormente, vennero rinforzati con nuovi armamenti e di una divisa. Si trattava di quella inglese, ma sul bavero al posto delle stelle a 5 punte, simbolo di fedeltà al Re, Troilo fece apporre un tricolore italiano ( Ettore Troilo era un forte sostenitore della repubblica).

Nella primavera del 1944 venne finalmente liberato l’Abruzzo, il mese di giugno fu particolarmente importante, quando furono liberati i paesi di Pacentro, Cansano, Sant’Eufemia, Rocca Caramanico, Caramanico Terme, Popoli, Bussi, Pratola Peligna e Sulmona.

Particolarmente singolare è il racconto circa la liberazione di quest’ultima. La città di Ovidio per l’occasione era pronta alla festa ed accogliere i soldati inglesi, ma tutti i cittadini rimasero stupiti quando ad entrare per primi in città furono proprio gli uomini di Ettore e Domenico Troilo.

Il 9 giugno fu liberata Chieti, e il 10 la città di Pescara; il 15 giugno 1944, gran parte dell’Abruzzo poteva considerarsi libero dall’oppressione nazi-fascista.

La guerra però andò ovviamente ancora avanti e la Banda dei Patrioti della Maiella proseguirono il loro cammino al fianco delle truppe alleate, liberando molti paesi marchigiani e emiliano-romagnoli, fino a liberare il 21 aprile del 1945 , insieme ai polacchi, la città di Bologna. La brigata fu sciolta nel luglio del 1945.

Quello che ha rappresentato questa compagine partigiana, per la resistenza italiana, è stata una vera e propria eccellenza, riconosciuta come tale da tutte le massime autorità della costituente Repubblica Italiana. Al di la del credo ideologico politico, la Brigata Majella era schierata dalla parte del popolo, che veniva oppresso e del quale l’esercito tedesco aveva il pieno controllo.

Per questo motivo la bandiera della Banda Patrioti della Maiella fu decorata di Medaglia d’oro al valor militare, unico caso nella Resistenza Italiana.

Fonti e Foto : fondazione brigata maiella

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