Raffaele Martella, eroico ragazzo abruzzese, morì in battaglia durante la Prima Guerra Mondiale. La Regia Università di Bologna gli assegnò “alla memoria” la “Laurea Honoris Causa” in medicina. Era nato a Bisenti (TE) nel 1894.

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Raffaele Martella, eroico ragazzo abruzzese, morì in battaglia durante la Prima Guerra Mondiale. La Regia Università di Bologna gli assegnò “alla memoria” la “Laurea Honoris Causa” in medicina. Era nato a Bisenti (TE) nel 1894.

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Raffaele MARTELLA nacque a Bisenti,  via Pian di Polzo, il 4 luglio del 1894, da Giacomo Vincenzo Martella (trentaseienne “farmacista” figlio di Filippo) e Ferrantina De Petris (“proprietaria” figlia di Pietro). L’atto fu registrato in comune dinanzi all’assessore Francesco Pensieri. Ragazzo, di intelligenza non comune, si iscrisse al 1° corso di laurea del 1914/1915 della Regia Facoltà di Medicina di Bologna. Lo scoppio della “Grande Guerra” lo trovò pronto alla difesa della patria. Fu arruolato, come sottotenente di Fanteria, nel 66° reggimento 8° compagnia. Il suo Reggimento mosse, sulle pendici nord-occidentali di S. Maria di Tolmino, all’attacco della trincea. Raffaele, primo fra tutti,  fu ferito e fatto prigioniero. Il 26 ottobre del 1915 fu dichiarato disperso. La “Croce Rossa” successivamente comunicò che Raffaele Martella era morto, nell’agosto del 1915, durante la prigionia. Il 27 febbraio del 1916  l’amministrazione del 66° Reggimento di Fanteria di Reggio Emilia fece arrivare al comune di Bisenti, con preghiera di far giungere ai familiari i sentimenti del più  profondo cordoglio, il verbale accertante la sua scomparsa. Il 9 gennaio del 1919 la Regia Università di Bologna gli conferì “alla memoria”, con una toccante orazione funebre dell’allora Rettore Leone Pesci, la “Laurea Honoris Causa” in medicina. Quello stesso giorno si tenne anche la commemorazione del 28° anniversario della morte del primo Re d’Italia Vittorio Emanuele II e il rettore Leone Pesci così concluse: “Accanto al monumento che erigeremo noi incideremo sul marmo questi nomi di Eroi … e sarà una pagina nobilissima del nostro Ateneo”. Ancora oggi il nome di questo eroico ragazzo abruzzese è lì a ricordare il suo sacrificio.