Quante volte ci siamo sentiamo descrivere come “ forti e gentili”, ma chi ha coniato questo termine?Con orgoglio possiamo dire che non è stato un abruzzese, ma bensì Primo Levi, giornalista italiano vissuto dal 1853 al 1917, quindi da non confondere con l’omonimo, giornalista partigiano imprigionato ad Auschwitz e autore del romanzo “ se questo è un uomo”, che parla meglio di qualunque altro testo della drammatica testimonianza dell’olocausto.
Il nostro Primo Levi, è anch’egli di origini ebraiche, nato a Ferrara e vissuto tra Milano e Roma divenuto celebre per essere stato direttore per anni del quotidiano “ La Riforma”.
Levi, scrisse un romanzo a seguito di un viaggio effettuato in Abruzzo dal titolo “ Forte e Gentile”, pubblicato nel 1888. Fu lui a coniare questo termine, Abruzzo forte e gentile.
Questo l’incipit del romanzo, dove il termine viene utilizzato per la prima volta:
“V’a nella nostra lingua, tutta, in sé stessa, semplicità ed efficacia, una parola consacrata dalla intenzione degli onesti a designare molte cose buone, molte cose necessarie: e la parola Forza. Epperò, s’è detto e si dice il forte Abruzzo. V’a nella nostra lingua, tutta, in sé stessa, comprensiva eleganza, una parola che vale a comprendere definendole, tutte le bellezze, tutte le nobiltà è la parola Gentilezza. Epperò, dopo aver visto e conosciuto l’Abruzzo, dico io: Abruzzo Forte e Gentile. Epperò, dopo aver visto e conosciuto l’Abruzzo, ho detto e ripeto io: Abruzzo Forte e Gentile.”