Santiago Falcucci grande pittore e scultore in Argentino, nato ad Atessa (CH) nel 1856

Santiago Falcucci grande pittore e scultore in Argentino, nato ad Atessa (CH) nel 1856
Agosto 1, 2019
RDS Play on Tour, conto alla rovescia per il cuore pulsante del divertimento
Agosto 1, 2019

Santiago Falcucci grande pittore e scultore in Argentino, nato ad Atessa (CH) nel 1856

Santiago José Jerez (Giacomo, Domenico, Alfonso, Maria) FALCUCCI nacque a d Atessa (CH), il 2 agosto del 1856, da Michele (venticinquenne “pittore” figlio di Giacomo e Maria Rosa D’ONOFRIO) e  Giacinta CARABBA ( venticinquenne figlia del “ferraio” Nicola Vincenzo e di Croce Maria MERCADANTE) . I suoi genitori si erano sposati ad Atessa il 12 settembre del 1855 e l’atto in comune fu redatto dinanzi all’allora Sindaco Paolantonio FERRI. Giacomo studiò presso la “Regia Accademia di Belle  Arti” di Napoli  e successivamente insegnò nella sua Atessa.  Poi decise di emigrare verso l’Argentina. Giunse nella città di Tucumán, insieme allo scultore napoletano Pasquale Farina,  nel 1887. Per molti Santiago (oramai questo era il suo nome) Falcucci  gettò le precise basi per una forte esigenza legata alla perfezione del disegno e della scultura. Il quotidiano “El Orden” lo salutò così: “Tucuman aveva bisogno di artisti come Falcucci e speriamo  che il vostro soggiorno sia il più duraturo possibile”. Nel luglio del 1887, il governo nazionale nominò Falcucci Professore di Disegno presso la “Escuela Normal”, e in seguito lo nominò al Colegio Nacional. Fu tra i fondatori, nel 1909, dell’Academia de Bellas Artes. Fu il primo insegnante della grande scultrice Lola Mora (1866-1936) che incoraggiò a perfezionarsi. Santiago Falcucci insegnò, ininterrottamente, dal 1887 a 1915. Nel 1904 sul “Journal of Letters and Social Sciences” lasciò ina testimonianza unica e molto preziosa sugli inizi artistici della pittura e della scultura “tucumana”. È stato autore di tanti dipinti di successo e tra questi gli eccellenti ritratti del vescovo Pablo Padilla e del medico Angel Cruz Padilla. Modellò una scultura a figura intera di Cristoforo Colombo che fu posizionata all’ingresso della “Sociedad Italiana”. Si cimentò con successo anche nella poesia e nella musica. Fu assai apprezzato giornalista. Nel 1900 fece ritorno in Italia, per un breve periodo,  con il suo amico Pasquale “Pasqual” Farina (questi realizzo, ad Atessa, una grande pittura dedicata “All’Italia che piange la tragica morte di re Umberto”). Tornato in Argentina si vide riconoscere, nel 1915, in occasione del suo pensionamento numerosi e prestigiosi riconoscimenti e tributi dal “Colegio Nacional”.  Santiago Falcucci morì sette anni dopo, il 26 ottobre 1922.

di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”