Benedetto Croce, il filosofo della libertà, nato tra i monti abruzzesi

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Benedetto Croce, il filosofo della libertà, nato tra i monti abruzzesi

Saggista, filosofo, storico, politico, Benedetto Croce è stato uno dei letterati italiani più importanti, vissuti a cavallo tra il XIX e XX secolo.

Nacque a Pescasseroli, il 25 febbraio del 1866, in una famiglia molto abbiente: la madre appartenente alla famiglia dei Lipari, originaria di Pescasseroli stessa; il padre invece veniva da Montenerodomo, nell’alto Sangro. Lasciò l’Abruzzo a soli 17 anni, quando a causa del terremoto di Casamicciola, sull’isola di Ischia ( dove era in vacanza con la famiglia), perse la madre, il padre e la sorella. Rimasto solo, trovò accoglienza tra gli zii tra Roma e Napoli.

Croce fu il fautore della “filosofia dello spirito”, inteso come pensiero storico, ovvero sosteneva ” il pensiero contenuto nella storia”.

Da senatore sostenne in un primo momento il fascismo, votando la fiducia a Mussolini, dopo la marcia su Roma ma disse del fascismo che “non poteva e non doveva essere altro che un ponte di passaggio per la restaurazione di un più severo regime liberale”. Croce era un Liberale convinto, e dopo l’omicidio di Matteotti, iniziò ad avere nei confronti del fascismo uno posizione contrapposta. Nel 1925 scrisse in risposta al manifesto degli intellettuali fascisti, il manifesto degli intellettuali antifascisti, che iniziava così:

Contaminare politica e letteratura, politica e scienza è un errore, che, quando poi si faccia, come in questo caso, per patrocinare deplorevoli violenze e prepotenze e la soppressione della libertà di stampa, non può dirsi nemmeno un errore generoso. E non è nemmeno, quello degli intellettuali fascisti, un atto che risplende di molto delicato sentire verso la patria, i cui travagli non è lecito sottoporre al giudizio degli stranieri, incuranti (come, del resto, è naturale) di guardarli fuori dei diversi e particolari interessi politici delle proprie nazioni. 

Ormai la sua posizione antifascista era chiara e dichiarata, e negli anni il suo parere divenne sempre più aspro e contrario, fino al 1938, quando si rifiutò di adempiere quanto richiesto dalle leggi raziali, ovvero compilare il documento che certificasse le sue origini non ebree( nonostante non lo fosse). Non facendolo si autodichiarò di fatto ebreo, e per questo venne cacciato da scuole e università.

Durante la resistenza fu ministro senza portafoglio nei governi Badoglio. Alla fine della guerra viene nominato presidente del partito liberale, e al referendum del 2 giugno del 1946 votò per la monarchia, non imponendo il suo pensiero al partito, che fu libero di scegliere.

Benedetto Croce non fu semplicemente un politico liberale e antifascista, fu un intellettuale che dalla storia ha cercato di leggere il presente; fu tra i primi ad introdurre il concetto di ” etica” nella politica.


Il filosofo, oggi, deve non già fare il puro filosofo, ma esercitare un qualche mestiere, e in primo luogo, il mestiere dell’uomo


Benedetto Croce, Lettere a Vittorio Enzo Alfieri V (1925-1952)


Croce morì seduto sulla poltrona della sua biblioteca, nella sua Napoli nel 1952, all’età di 86 anni.